Chisulin mantovani

testo di Carlo Chierici

Dopo avere effettuato varie ricerche in Internet, mi sono reso conto che non si trova la ricetta di questa semplicissima specialità mantovana, che viene confusa spesso con il gnocco fritto modenese. Allora ho preso per buoni i ricordi di mia mamma Carolina, mantovana di San Benedetto Po, che li faceva empiricamente così:

  • circa mezzo bicchiere d’acqua
  • un giro d’olio
  • un pizzico di sale
  • farina quanto basta per ricavarne un impasto morbido

Si lavora la pasta e se ne fa una sfoglia non troppo sottile in quanto lo spessore della pasta ne determina le caratteristiche finali (più o meno croccanti, più o meno gonfi): lo spessore ottimale, secondo le nostre sperimentazioni, è di circa 3-4 mm.

La pasta viene poi tagliata con la rotellina in losanghe o quadrati, che si friggono in abbondante olio (o strutto, per i puristi delle ricette di una volta e per chi non ha problemi di colesterolo) finché risultano leggermente dorati. Si mangiano necessariamente caldi, da soli o con qualche fetta di salame mantovano (di quello che non si trova più…) e vino bianco un po’ frizzante.

Buon appetito!

Dimenticavo che ci sono alcune varianti: con latte al posto dell’acqua, con lievito di birra, con zucchero, con uovo, ecc. ecc.

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