Piccolo vocabolario dell’organista

tratto da “Organo Pleno” e “Full Swell” di Gordon Reynolds, ed. Novello. Ovviamente da leggersi con una certa ironia!

Questo elenco riporta solo alcune delle parole utilizzate più frequentemente dagli organisti; altre, anche in un’epoca permissiva, hanno dovuto essere omesse…

  • Assenza
    la sola qualità normalmente riconosciuta all’organista
  • Bambini (del coro)
    alternativa di ripiego alle donne
  • Concerto
    è un’esibizione dell’organista preceduta da prove, caratterizzate normalmente dai seguenti fatti: il sacrestano usa l’aspirapolvere; il parroco vaga per la chiesa spostando panche per cercare un gatto che è entrato abusivamente; uno studente della locale scuola di musica sale all’organo per chiedere se è permesso esercitarsi
  • Cori
    sono di due tipi, educati e selvaggi. È un punto ancora dibattuto se per l’organista (leggi anche direttore) valga la pena di cercare di trasformare i secondi in primi poiché, anche se il suono è migliore, non è poi in grado di apprezzarlo poiché gli è venuta l’ulcera
  • Donne (del coro)
    alternativa di ripiego ai bambini
  • Gira!
    parola normalmente detta dall’organista al voltapagine dopo aver inutilmente fatto cenni frenetici con la testa perché costui si è distratto. Se oltretutto si è anche allontanato un po’ per guardare dalla balconata, l’organista impara a diventare compositore
  • No! Indietro, indietro, indietro!
    è il numero massimo di volte che si può ripetere questa parola al voltapagine prima che sia troppo tardi. L’organista con molti anni di esperienza ha imparato ad improvvisare mentre il voltapagine raccoglie i fogli
  • Piedi
    molti organisti li usano entrambi; un buon organista fa pochi danni con il suo piede destro
  • Riscaldamento
    nelle chiese vi sono tre tipi di riscaldamento: insufficiente, eccessivo e variabile. Tutti e tre sono la causa principale del deperimento di organi e organisti.
  • Tenori
    articolo per cori normalmente disponibile in due versioni: troppi e troppo pochi. Si fanno notare durante il canto per una pratica detta tempo rubato.

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